giovedì 31 marzo 2016

Ansia in gravidanza, problema frequente

Perchè avere manifestazioni d'ansia in gravidanza è molto frequente non solo in donne normalmente ansiose, ma anche in quelle tendenzialmente calme e sicure? Quali sono i sintomi e come alleviare gli stati ansiosi?



Uno stato d'ansia e di tensione psicologia durante la gravidanza è normale, quasi "fisiologico", dato gli sconvolgimenti fisici ed emotivi che la donna si trova a vivere.

Oltre a fare i conti con i disturbi tipici quali nausee, mal di schiena, ecc.. le future mamme, devono accettare i cambiamenti del loro corpo, che, spesso, provocano non solo uno stato di preoccupazione per la forma fisica perduta, ma anche uno sconvolgimento  della vita di coppia con il proprio partner.

A tutto ciò va aggiunto che, soprattutto se si tratta della prima gravidanza, la donna si trova a vivere un senso di responsabilità e protezione del tutto nuovo a cui spesso si possono accompagnare preoccupazioni per la salute del bambino, per la stessa gravidanza e per  ilparto.

Sono ansie e preoccupazioni normali che accompagnano la gravidanza a cui la donna si adatta, ed è sufficiente che la futura mamma ne parli con il medico, con le amiche o semplicemente con il partner.

Quali le cause dell'ansia patologica?



L'ansia diventa invece patologica quando limita tale capacità di adattamento e la donna non è capace di affrontare le paure che si ingigantiscano e degenerano fino a provocare una sofferenza costante ed insopportabile.

La causa primaria dell'insorgere dell'ansia in gravidanza è dovuta ai cambiamenti ormonali che la donna si trova a vivere. Sono gli ormoni, Hcg, progesterone, estrogeni e prolattina, che provocano il lento processo di adattamento del corpo rendendolo idoneo alla gravidanza ed al parto e sono gli stessi ormoni che danno luogo a cambiamenti metabolici che possono provocare disturbi psicologici.

Ci sono tuttavia alcuni fattori che aumentano i disturbi di ansia in gravidanza come:

   precedenti episodi depressivi,
    la giovane età,
   uno scarso supporto sociale e familiare,
           situazioni conflittuali correlati alla stessa gravidanza: tipico il caso di gravidanza non desiderata o perché non opportuna o perché arrivata dopo un aborto.

L'ansia generalmente aumenta con l'avanzare della gravidanza perché associata alla paura del parto e di possibili complicanze per se o per il nascituro.


Sintomi dell'insorgere di ansia patologica in gravidanza.


Le paure normali per lo stato di gravidanza si trasformano in vera patologia quando la donna comincia ad avvertire sintomi quali:

    insonnia frequente e prolungata,

Approfondisci come migliorare il sonno in gravidanza.

    senso di paura che impedisce le normali attività,
   tachicardia,
             sudorazioni improvvise e collassi,
            veri e propri attacchi di panico.

L'ansia in gravidanza comporta rischi per ilfeto?


Riconoscere e curare l'ansia in gravidanza è importante per evitare rischi che essa può comportare per la madre e per il feto. Una patologia ansiogena può, infatti, provocare:

   parti prematuri,
   ritardo della crescita del feto,
             condizionamento serio del rapporto tra madre e nascituro.

Come curare l'ansia in gravidanza? Cure mediche e rimedi naturali.

Al primo insorgere di uno stato di ansia patologica in gravidanza è necessario intervenire consultando uno specialista.

Molto utili possono rivelarsi i rimedi naturali quali:
  •    fiori di Bach, un gruppo di 38 essenze naturali combinate tra loro, completamente atossiche che agiscono sul sistema nervoso;
  •    piante medicinali quali valeriana e passiflora che non presentano controindicazioni;
  •  pratiche alternative quali l'agopuntura e lo Yoga possono aiutare a lenire l'ansia in gravidanza ristabilendo l'equilibrio psichico ed insegnando a rilassarsi

Solo in casi gravi, in presenza di sintomi psicotici, può essere necessario ricorrere ai farmaci.

Gli antidepressivi o ansiolitici possono, infatti, attraversare la placenta con conseguenza di malformazioni per il bambino soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza. Sarà dunque il medico a stabilire il rapporto rischio benefico.

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