venerdì 29 gennaio 2016

Quella maledetta ansia che si sta 'rubando' anche la mia gravidanza


da: http://mammenellarete.nostrofiglio.it/le-mamme/storie-di-mamme/quella-maledetta-ansia-che-si-sta-rubando-anche-la-mia-gravidanza

Da cinque anni soffro di ansia e di attacchi di panico. Sono al quinto mese di gravidanza. Attualmente porto avanti una leggerissima cura con due tipi di ansiolitici. Io, con questa "bestia", sono molto arrabbiata anche perché mi rende ostile con il mondo intero. Spero di poter stare presto meglio. 

Sono una giovane donna al quinto mese di gravidanza, che purtroppo non la sta vivendo per nulla bene. La causa? La stramaledetta ansia che purtroppo mi consuma giorno dopo giorno. 

È il primo ed ultimo pensiero della giornata e per questo mi sento sempre confusa, con la testa fra le nuvole. Ma iniziamo dal principio. Da cinque anni soffro di ansia e di attacchi di panico.

In questi anni un po' mi rassegno a conviverci. Perdo la mia prima gravidanza ed è stata la bomba peggiore che potesse mai esplodermi in testa. Sì, perché chi soffre di ansia ha mille bombe al giorno in testa.

L'evento è stato così inaspettato che ho creduto che restando subito dopo di nuovo incinta, avrei superato il trauma e invece no.

La bella notizia della mia gravidanza arriva dopo pochi mesi dal raschiamento. Ma purtroppo le cose nella mia testa continuano a non andare per niente bene, tanto che sono costretta a chiedere aiuto al mio ginecologo, il quale mi manda da un neurologo per superare questa maledetta bestia.

Attualmente porto avanti una leggerissima cura con due tipi di ansiolitici. Io, con questa bestia, sono molto arrabbiata anche perché mi rende ostile con il mondo intero, mi fa pensare cose che non dovrei, mi fa piangere senza ragione e immaginare paure che non esistono.

Mi fa desiderare di dormire e di svegliarmi solo quando l'incubo è terminato. Mi sento una donna che vale zero e il mio piccolino deve sorbirsi le mie mille ansie e preoccupazioni.

Sì, perché lui avverte quando sono agitata o particolarmente triste. Dovrebbe essere il periodo più bello della mia vita, invece è diventato un incubo. Non vedo l'ora di "dargli lo sfratto", di guardarlo e chiedergli semplicemente scusa.

A volte penso di non meritare niente di tutto questo, altre dico: "Perché noi mamme speciali dobbiamo precluderci una gioia così immensa?"

A volte vorrei parlare con Dio in persona e sentirmi dare una spiegazione. Sapere il motivo di questa ansia. Spero di poter stare presto stare meglio.

di Anna

(storia arrivata alla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)

mercoledì 27 gennaio 2016

Credo negli Esseri Umani .. per tutti noi ... da Marco Mangoni

Vi passo questa bellissima canzone o poesia per darci forza ... noi siam oqui come mamme umanissime per voi tutte ... 


Essere Umani by Marco Mengoni  

https://www.youtube.com/watch?v=U-4OrzSBfm8&feature=youtu.be

Oggi la gente ti giudica
Per quale immagine hai
Vede soltanto le maschere
Non sa nemmeno chi sei
Devi mostrarti invincibile
Collezionare trofei
Ma quando piangi in silenzio
Scopri davvero chi sei
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Prendi la mano e rialzati
Tu puoi fidarti di me
Io sono uno qualunque
Uno dei tanti uguale a te
Ma che splendore che sei
Nella tua fragilità
E ti ricordo che non siamo soli
A combattere questa realtà
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
L'amore amore amore
Ha vinto vince e vincerà
L'amore amore amore
Ha vinto vince e vincerà
L'amore amore amore
Ha vinto vince e vincerà
L'amore amore amore
Ha vinto vince e vincerà
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Credo negli esseri umani
Che hanno coraggio
Coraggio di essere umani
Esseri umani
Esseri umani

martedì 26 gennaio 2016

Depressione in gravidanza e nel post-partum: come curarala con la psicoterapia

Il periodo della gravidanza e il post-partum sono momenti in cui la donna è molto vulnerabile e può essere più soggetta a problemi di depressione.
nei giorni immediatamente successivi spesso donne sperimentano un leggero stato depressivo denominato "baby blues", in quanto caratterizzato da un velo di malinconia. È una reazione piuttosto comune che tende a svanire in pochi giorni ed è caratterizzata da crisi di pianto senza motivi apparenti, irritabilità, inquietudine  e ansietà.
Nella depressione post-partum invece i sintomi possono durare anche per un anno e sono rappresentati da:
  • Umore depresso
  • Mancanza di piacere ed interesse nelle abituali attività
  • Disturbi del sonno e/o dell'appetito
  • Iperattività motoria o letargia
  • Faticabilità o mancanza di energia
  • Sensi di colpa, bassa autostima, sentimenti di impotenza e disvalore
  • Ridotta capacità di pensare o concentrarsi
  • Pensieri ricorrenti di morte.
  • Irritabilità
  • Labilità emotiva
  • Ansia e preoccupazioni
  • Alterazioni dell'appetito
Oltre a questi sintomi si rilevano anche disturbi nella relazione madre-bambino quali considerare il bambino come un peso, non riuscire a provare emozioni nei confronti del bambino, avere pensieri di avversione verso il bambino e la paura di restare sola con lui, pensare di essere madri e mogli incapaci, non riuscire a concentrarsi nelle cose quotidiane, che hanno a che fare con l'interazione madre-bambino.
Alcune semplici domande inoltre possono aiutarci a comprendere meglio lo stato umorale della neomamma:
Riesce a dormire quando il bambino dorme?.
Mangia con gusto e appetito, oppure svogliatamente? Oppure tende a mangiare tanto, ma senza piacere?
Esce volentieri di casa o preferisce evitare di uscire?
Le fa piacere prendersi cura di se stessa o non gliene importa niente?
Le sembra che il bambino sia un carico troppo pesante per lei?
È importante ricordare che una depressione post-partum non curata tende a cronicizzare, diminuendo nella madre depressa la capacità di prendersi cura del neonato in modo adeguato e di sviluppare un'armonica relazione con il proprio figlio.

Le cause di insorgenza sono molteplici e coinvolgono fattori di diversa natura:
Biologici come la diminuzione di estrogeni e progesterone
Fisici come la stanchezza e lo stress indotti dai nuovi ritmi imposti dal bambino che comportano alterazioni dei ritmi sonno –veglia.
Psicologici quali una personalità caratterizzata dalla bassa autostima o tendente al perfezionismo;
Sociali come la giovane età, l'inesperienza e la scarsità di aiuto e sostegno;
Cognitivi, come il nutrire aspettative irrealistiche sull'essere madre o su bambino.

Terapia Cognitivo Comportamentale

La terapia cognitivo comportamentale (TTC) considera il modo in cui le persone pensano e agiscono, per aiutarle a superare i loro problemi emotivi e comportamentali. Questa metodologia si basa su principi chiari e semplici e comporta un approccio ragionevole e pratico in grado di aiutare le persone a superare i loro problemi.
L'efficacia della TCC nella cura di numerosi disturbi psicologici e stata ampiamente dimostrata da numerosi studi scientifici, molti dei quali indicano che la TCC è più utile del solo uso di farmaci per il trattamento dell'ansia e della depressione. 
In seguito a queste ricerche, sono stati sviluppati metodi di trattamento più brevi e più intensivi per la cura di specifici disturbi d'ansia come il panico, la fobia sociale e le continue preoccupazioni. Inoltre le ricerche dimostrano che chi ha seguito una TCC per problemi vari - in particolare per ansia e depressione - mantiene i risultati nel tempo, a quindi incontro ad un minor numero di ricadute di che ha seguito altre forme di trattamento psicoterapeutico. La chiave di tale efficacia risiede in buona parta nella pratica psicoeducativa insita nel trattamento, infatti le persone che seguono una TCC ricevono molte informazioni riguardo al loro disturbo, al loro funzionamento mentale e questo gli permette di acquisire importanti strumenti e di diventare a loro volta terapeuti di se stessi
I principali disturbi per cui è stata dimostrata l’efficacia della TCC sono
Ansia
Depressione
Disturbo da attacchi di panico
Fobia sociale
Fobie specifiche
Disturbo ossessivo compulsivo
Disturbo bipolare
Dipendenze
Disturbi alimentari
Disturbi di personalità
Disturbo post-traumatico da stress
Gestione della rabbia
Problemi relazionali

Un concetto cardine della TCC è che le emozioni dipendono dai pensieri. Di conseguenza la TCC lavora sul principio secondo cui è possibile vivere più felicemente se si pensa in modo sano. Questo principio è un modo molto semplice per riassumere la TCC.

Secondo la TCC è il significato che diamo a ciò che ci accade e alle situazioni che viviamo e osserviamo che influenza e determina la nostra risposta emotiva. A volte però accade che attribuiamo agli eventi un significato non sempre realistico e corretto il che ci provoca disagio, in tal caso è bene soffermarsi sui nostri pensieri, credenze e significati per elaborare un pensiero più efficace e funzionale.



Depressione post partum: sintomi e cura


In molte culture, tra cui quella occidentale, la nascita di un bambino viene sempre accolta e considerata come un evento felice, un’occasione di festa: questa immagine idealizzata della maternità è però, talvolta, in forte contrasto con il vissuto intimo della madre stessa, che può facilmente andare incontro ai sintomi della depressione post partum. Diventare madre comporta molti cambiamenti nella vita della donna (le continue richieste di accudimento del neonato, una nuova organizzazione del proprio tempo e delle proprie abitudini, difficoltà nell’ambito lavorativo, ecc.) e della coppia (percezione di uno scarso sostegno da parte dei compagni, difficoltà nel vivere la sessualità, cambiamento nei ruoli, ecc.).
Nei giorni immediatamente successivi al parto, è perciò considerato assolutamente “fisiologico” un periodo caratterizzato da calo dell’umore e instabilità emotiva (il cosiddetto baby blues, con riferimento allo stato di malinconia che caratterizza il fenomeno): oltre il 70% delle donne sperimenta e manifesta sintomi associabili a una leggeradepressione post partum, ma caratterizzati da transitorietà (tendono a scomparire entro pochi giorni) e che non necessariamente si trasformano in un vero e proprio disturbo.
La vera e propria depressione post-partum o depressione post-natale (DPN), che invece sembra colpire circa il 10-20% delle donne nel periodo immediatamente successivo al parto, è solitamente caratterizzata da sentimenti di tristezza, senso di colpa, ansia, senso di inutilità, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni anche banali, disturbi del sonno e dell’appetito, pensieri suicidari o di morte, perdita di interessi e mancanza di energie. I sintomi della depressione post partum non sono transitori e possono persistere (variando d’intensità) anche per molti anni, e quindi avere conseguenze più o meno dirette non solo sulla madre, ma anche sul figlio e sull’intero nucleo familiare.


venerdì 22 gennaio 2016

Nasce il primo corso “Mamma aiuta mamma”



Il corso è orientato alla formazione di “Mamme Esperte”.
La “Mamma Esperta  è una mamma che, basandosi principalmente sulla sua esperienza personale e su un corso formativo che offra le conoscenze essenziali delle problematiche più comuni nella diade madre-bambino, offre un sostegno su misura, intimo e confidenziale, nel pieno rispetto delle scelte delle persone che si rivolgono a lei.

Data

La data di inizio sarà determinata dal raggiungimento del numero di iscritti minimo.

Il Corso

L’obiettivo del corso è di fornire le informazioni necessarie a poter affrontare e aiutare le neo mamme nelle difficoltà del post partum, con particolare riguardo all’allattamento, alla cura della alimentazione del neonato, alle modalità di relazione e coinvolgimento del partner, e fornire un aiuto concreto anche a domicilio se necessario.

Durata

La durata del corso sarà di 12 ore, suddiviso in tre sessioni di 4 ore ciascuna e sarà tenuto da una psicologa esperta.
Stiamo attivando una serie di sessioni nelle aree di Padova e Vicenza.
Ogni sessione del corso sarà attivata al raggiungimento di 5 iscrizioni.

Contributo corso

Il corso è gratuito ed è riservato alle socie Kairos Donna.
Per mamme che volessero aiutare le altre mamme Kairos prevede corsi di formazione ... io mi sono già iscritta ... chi mi segue?
Vi aspettiamo numerosissime!
Un abbraccio,
Raffaella

giovedì 21 gennaio 2016

Dieta e Depressione


A cura del Dr. Riccardo Borgacci


La dieta ed il nostro atteggiamento verso il cibo influenzano  e sono influenzati dal tono dell'umore. La depressione è un disturbo del tono dell'umore che perde il suo carattere fisiologico di flessibilità, si riduce e non è più influenzabile dalle situazioni positive.

sintomi tipici della depressione legati alla dieta sono: alterazioni dell'appetito e calo ponderale (-5% al mese) e, meno frequentemente, il netto aumento dell'appetito con conseguente incremento del peso corporeo.

Le diete ipocaloriche costituiscono un fattore di rischio importante per l'insorgenza della depressione, soprattutto  in seguito all'assunzione di farmaci anoressizzanti; ciò comporta effetti negativi sulle emozioni e sul comportamento. Alcuni di questi principi farmacologici inducono anche un senso di euforia che lascia il posto ad una più o meno grave depressione all'interruzione della terapia. Altri farmaci associati alle diete dimagranti favoriscono la comparsa di malumore, stanchezza e sedazione; è assolutamente controindicata l'associazione di queste molecole con gli antidepressivi. Inoltre, spesso la dieta viene interpretata ed eseguita in modo irrazionale, senza un controllo specialistico, incidendo negativamente sullo stato di nutrizione del soggetto. Sia nei soggetti predisposti che in quelli non predisposti, la dieta ipocalorica inadeguata può favorire la depressione.

venerdì 15 gennaio 2016

Depressione post parto: dall'inferno si esce, ma NON DA SOLE


Ho 27 anni e ho dato alla luce una bambina quasi tre anni fa. Ho vissuto, subito dopo il parto, un periodo di depressione, dal quale sono risalita con difficoltà e con l'aiuto di medici e di familiari. Posso dire che non maledico più la mia malattia, ma la ringrazio perché è stata il mio male e al tempo stesso la mia cura. Mi ha fatto scoprire lati di me che non conoscevo.  Ho un desiderio grande ora: vorrei avere un altro bimbo. Ma ho anche paura di rivivere l'inferno.

28 febbraio 2012.
ore 6.57.
Un giorno, un'ora, che mai potrò cancellare dal mio cuore. Nacque la mia prima figlia, Giordana, 2.980 kg di puro amore. Una figlia desiderata con tutta l'anima. Ebbi una gravidanza bellissima e un parto veloce, anche se lo affrontai con tantissima paura.
Appena Giordana venne al mondo la misero tra le mie braccia e io ero talmente tesa per il parto che non riuscii a versare neanche una lacrima. Mi portarono in stanza ed ebbi un attacco di panico. Mi dissero però di non preoccuparmi perché sicuramente era un "calo di ormoni".
Piansi e passò tutto, anche se mi sentivo tanto stanca e avevo ad ogni poppata dei cali di zuccheri. Tornammo a casa e si manifestò il classico "baby blues". Furono giorni di stanchezza e di lacrime.
Dopo 20 giorni iniziai a stare meglio. Allattai mia figlia per un mese solo, dopo decisi di smettere perché continuavo ad avere forti cali di zuccheri ad ogni poppata e invece di ingrassare perdevo peso. Passai al latte artificiale e continuai la mia nuova vita da mamma.
Ero però molto possessiva con mia figlia. Non volevo mai staccarmi da lei. Non sapevo che anche questa era una forma di depressione. Mio marito mi implorava di trovare del tempo per me, di andare dal parrucchiere, di uscire, di farmi un bagno in serenità. Ma io rifiutavo.
Dove andavo io, c'era la mia bambina. Giordana compì quattro mesi e io iniziavo a sentirmi sempre più stanca. Non dormivo bene durante la notte e la mattina mi svegliavo già stanca. Iniziavo a isolarmi e a sentirmi isolata.
Finché una mattina mi alzai e sentii un gran vuoto dentro. Da quel momento iniziò il mio calvario. Mi sedetti in camera da letto e, con la testa tra le mani, implorai mio marito e mia madre di aiutarmi, perché soffrivo di depressione post parto.
Tutti pensarono a qualcosa di passeggero, ma dentro di me sentivo che era qualcosa di più grande. La prima cosa che feci fu chiamare la ginecologa. "Forse ho qualche ormone che non va" - le dissi. Lei da incosciente mi suggerì di andare in farmacia e di comprare un antidepressivo.
Io odiavo le medicine e mi rifiutai di farlo. Iniziai a non mangiare, a non dormire, ad avere dei vuoti di memoria. Facevo fatica anche a ricordare le cose più sciocche. E in più iniziai ad avere il "terrore di mia figlia". Non accorrevo nemmeno più quando piangeva! Come era possibile se fino a due giorni prima non volevo staccarmi da lei?
Iniziai ad avere forti attacchi di panico. Andavo via di casa per poi tornare quando erano passati. Mio marito affittò una casa al mare nel mese di agosto, convinto che un po di relax mi avrebbe guarita. Facevo fatica ad alzarmi anche dal letto.
Cercammo un bravo psichiatra, che si occupasse anche di omeopatia. La prima cosa che mi disse fu che avrebbe cercato di aiutarmi ad uscirne senza antidepressivi, perché ero giovane e perché, a suo parere, gli antidepressivi sono un palliativo: nascondono i sintomi, ma non li curano.
Mi prescrisse solo delle gocce per calmare almeno l'ansia e il panico. La prima volta ne presi 15 e, dopo un mese che non dormivo, riuscii a riposare bene. Ma nemmeno quello mi aiutò.
Mia madre intanto mi aiutò con la bambina: non mi lasciavano mai da sola quando mio marito andava a lavoro. Io non ero in grado più di fare nulla. Mi ricordo che un giorno dissi a mio marito che, piuttosto che vivere così, preferivo morire. Non vedevo una via d'uscita. Intanto i sintomi variavano. Non volevo vedere nessuno che non fosse la mia famiglia, avevo iniziato a mangiare troppo per placare il nervosismo, dormivo troppo e non volevo più uscire di casa.
Anche andare a fare la terapia una volta alla settimana era un problema perché avevo il terrore di mettere piede fuori casa. Anche farmi la doccia era fonte di paura: non avevo nemmeno voglia di lavarmi! Mi sentivo sempre svenire. Cercavo di trovare la forza dentro di me, ma non ci riuscivo e mi arrabbiavo con me stessa. Piansi tutti i giorni per circa un anno.
Lo psichiatra intanto mi dava cure omeopatiche e fiori di Bach. Ma per me c'era un miglioramento solo quando prendevo le gocce che mi toglievano un po' l'ansia. Dopo 8 mesi di terapie mio marito mi propose l'ipnosi. Costava un bel po', ma ci provammo! Svolsi cinque sedute in totale.
Da quel momento iniziai ad avere i primi segni di miglioramento, ma non ero ancora guarita. Chiesi a mio marito di tornare a vivere da soli e chiesi a mia madre di venire soltanto la mattina. Volevo sforzarmi e occuparmi io della casa e della bimba.
Svolsi anche dei controlli medici perché la stanchezza che continuavo a sentire, il bisogno di zuccheri per i miei cali, il mio star male ogni mese per la sindrome premestruale e per il ciclo mi facevano pensare che qualcosa non andasse anche a livello fisico.
Dopo vari controlli scoprirono che la mia ghiandola surrenalica non lavorava bene e che avevo un calo di elettroliti. Mi tolsero lo zucchero bianco dalla dieta e già dopo un mese il mio umore migliorò. Mi diedero degli integratori. Nonostante ciò, nulla era facile perché a volte facevo fatica ad alzarmi dal divano. Se prima scappavo da casa, adesso mi sentivo "rigida", quasi un pezzo di marmo per quanto erano tesi i nervi.
Mi diedi un punto fermo: ricominciare da mia figlia, ricominciare ad instaurare un rapporto con lei. Intanto trovai una brava psicoterapeuta, che mi segue anche oggi e che è diventata il mio angelo custode.
E' trascorso un anno dalla malattia e le mie mille paure non sono ancora andate via. Ma non piango più come prima e riesco a stare di nuovo da sola con mia figlia. Ho deciso di iscriverla al nido per avere del tempo per me la mattina e per ricominciare ad uscire un po'! La porto la mattina e alle 13 vado a riprenderla.
Intanto la mia terapia è andata avanti e va avanti tuttora. Piano piano lavoro, con la psicoterapeuta, sulle mie paure. Senza rendermene conto ho iniziato a fare passi da gigante. Ho abbattuto molte barriere che mi si erano alzate davanti. Ho ricominciato ad andare al supermercato e a fare la spesa e a relazionarmi con le persone. Adesso esco molto di più. La stanchezza inizia a sparire!
Anche se faccio ancora i conti con l'ansia tutti i giorni, la terapia continua e va sempre meglio. Inizio ad ascoltarmi e ad ascoltare le mie esigenze. Cerco di capire le mie paure, perché qualcosa vogliono dirmi e cerco di affrontarle piano piano. Mia figlia va al nido, ha quasi tre anni ormai. Io mi occupo della spesa e della casa. Ho ricominciato a cucinare e a fare i dolci.
Esco, vado al cinema, al ristorante, nei negozi. Ho ricominciato a guidare da due mesi.Sono guarita? Non del tutto, perché le paure e gli strascichi di questa malattia si portano dietro. La mia è stata una psicosi maggiore con ansia e panico post parto. A volte ci sono dei giorni "no", ma ho imparato ad affrontarli. Ho imparato a dirmi che può succedere e che questo non vuol dire che sto regredendo.
Per quanto sia possibile cerco di star lontano dallo stress, ma a volte è inevitabile. Ho perso mia nonna tre mesi fa ed il terrore di ricadere nel buio è stato tanto. Infatti ho trascorso 10 giorni di confusione e apatia totale. Poi ho iniziato a dar voce alle emozioni e al dolore e sto superando bene anche questa prova. Ogni tanto mi sveglio ancora in piena notte in preda al panico, ma, invece di scappare, sto imparando a gestire questi momenti.
Posso dire che non maledico più la mia malattia, ma la ringrazio perché è stata il mio male e al tempo stesso la mia cura. Mi ha fatto scoprire lati di me che non conoscevo. Ho imparato ad ascoltarmi, ad ascoltare le mie esigenze. Ho imparato i miei limiti, ho imparato a dire no quando ne sento il bisogno, a chiedere aiuto se serve, a riposarmi quando mi sento stanca.
Ho imparato a trovare il tempo per me, che siano anche 10 minuti al giorno per fare ciò che più mi gratifica. Ho imparato ad avere un rapporto sano con mia figlia senza sentirmi in colpa se la lascio a casa per farmi i capelli. Ho imparato a dar voce alle mie emozioni, brutte o belle che siano. E se un giorno non mi sento bene mi fermo, mi riposo, rifletto e ricomincio.
Non nego che la paura di quel tunnel è tanta, si sta sempre con gli occhi ben aperti, però il peggio è passato. Continuo la mia terapia due volte al mese. E prendo le gocce all'occorrenza perché purtroppo l'ansia c'è e ormai ci convivo. Tutto ciò mi ha cambiata. Mi ha resa più forte e più fragile allo stesso tempo.
Ho un desiderio grande nel cuore, ma la mia paura ora mi impedisce dì realizzarlo. Vorrei avere un altro bimbo. Purtroppo la paura di rivivere l'inferno non mi fa ancora essere pronta. Ce la farò prima o poi, perché non voglio rimpianti. Posso solo dire a tutte le mamme di non vergognarsi. Siamo esseri umani ancora prima di essere madri e anche noi possiamo cadere.
Dico alle mamme che soffrono di depressione di farsi aiutare, perché uscire da sole da questo tunnel è veramente difficile se non impossibile. Spero di esservi stata utile.
Mi auguro anche che inizi una sensibilizzazione negli ospedali sulla depressione post partoperché è una cosa seria che a volte si trascura. E non è solo un problema psichico: dietro ci possono essere degli squilibri fisici che vengono sottovalutati.
di mamma Angelica
da http://mammenellarete.nostrofiglio.it/site/parto/depressione-post-parto/depressione-post-parto-dallinferno-si-esce-ma-non-da-sole

giovedì 14 gennaio 2016

Soffrivo di un disturbo mentale. E sono rimasta incinta ...

Mentre io pensavo di morire, cresceva in me la ragione del mio vivere. Ero depressa, soffrivo di un disturbo mentale. Migliorando, iniziò a tornarmi la voglia di avere un figlio. Non so come feci, ma assecondai il mio desiderio. E rimasi incinta. Questa è la mia storia. Il mio racconto. La mia rinascita.

Soffrivo di un disturbo mentale, ero in cura, prendevo dei farmaci e andavo assiduamente da uno psicanalista. Il mio percorso era lungo e tortuoso, io ne ero a metà, spaventata e fragile mi aggiravo tra le piante piene di spine e gli animali feroci e senza pietà. Sapevo che più in là c’era uno spiraglio, potevo scorgerlo, ma era ancora troppo lontano, e io troppo debole per raggiungerlo. Avevo bisogno di sostegni, di mani alle quali aggrapparmi, anche se, per quanti aiuti potessi ricevere, ero sola con il mio male. Le mie ossessioni erano reali per me, ne ero vittima. L’angoscia era la mia compagna che odiavo e che non mi voleva lasciare. Non accettavo il mio stato, avrei voluto respirare la fresca aria intorno a me, invece ero piena di afa e soffocavo. I farmaci mi aiutarono. Le mie risorse erano tante, potevo farcela, dicevano i dottori. Ma il cammino davanti a me era ancora lungo.

Farmaci per il raffreddore in gravidanza

Hai il raffreddore in gravidanza? Leggi come curarti con i consiglii di Antonio Clavenna, responsabile dell'Unità di   farmacoepidemiologia del Laboratorio per la salute materno-infantile dell'Istituto Mario Negri di Milano.

l raffreddore è una delle infezioni più comuni che possono presentarsi in gravidanza, e in genere si risolve da solo nel giro di pochi giorni. A volte, però, può essere complicato da infezioni batteriche, che provocano altre malattie (otite, sinusite, faringite, bronchite).
SPRAY NASALI, ANTIBIOTICI E RIMEDI NATURALI
Non esistono farmaci in grado di "curare" il raffreddore. Al massimo, alcuni prodotti possono alleviare certi sintomi. Per liberare il naso chiuso, si può usare uno spray nasale ad azione decongestionante. Secondo le indicazioni dell'Agenzia italiana del farmaco, però, questi spray - come pure i decongestionanti orali - possono essere usati solo saltuariamente, in quanto se presi ad alte dosi e in modo ripetuto possono interferire con la circolazione utero-placentare. Per altro, gli spray nasali dovrebbero usati il minimo indispensabile da tutti, perché la loro azione vasocostrittrice nel tempo può danneggiare la mucosa nasale.
Per alleviare i fastidi, quindi, meglio qualche piccolo accorgimento "domestico": sì al riposo, a una giusta idratazione (bevi spesso), a tanta frutta e verdura, ricche di vitamine e sali minerali, a lvaggi nasali e  suffumigi con acqua bollente più sale grosso o bicarbonato. Sì anche ad aerosol con semplice soluzione fisiologica (senza l’aggiunta di medicinali), che aiutano a sciogliere il muco.
A meno che il raffreddore non sia complicato da un'infezione batterica (se e accerterà il medico), gli antibiotici sono da evitare.

martedì 12 gennaio 2016

Conferenza GRATUITA su LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE POST- PARTO

IL PERCORSO della VITA e la SALUTE PSICO-FISICA


presenta un ciclo di conferenze ed incontri GRATUITI  a cura delle associazioni dei familiari per la salute mentale di Padova e provincia.

Data: Venerdì 22 gennaio 2016 
Ore:  1800 
Dove:  Patronato di Sacra Famiglia – via Aosta n 6 – Padova 

La conferenza LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE POST- PARTO Prevenzione e cura è maturata dall'esperienza  degli Ospedali di Camposampiero e Cittadella

Interveranno:
1-  il dottor Lodovico Cappellari – Direttore del DSM della AULSS 15 Alta Padovana
2- la Dr.ssa Rossana Riolo – Responsabile del progetto “Mamme senza depressione”

Vi aspettiamo Numerosi!

Raffaella e le mamy angels

Il secondo figlio mette in crisi la coppia?


La coppia va in crisi con l'arrivo del secondo figlio? I risultati di una ricerca americana sono confortanti

Crisi di coppia e secondo figlio
Diciamolo chiaramente. Avere un figlio è un momento assolutamente destabilizzante per la coppia. Anche quelle che lo desideravano tanto, anche le più rodate possono subire un contraccolpo molto forte dall’arrivo del bebè che sconvolge ritmi, abitudini, toglie spazio alla vita di coppia e sottrae energie.

Ma quando si parla di questi grossi cambiamenti generalmente si discute dell’arrivo del primo figlio. Cosa accade, invece, quando arriva il secondo bambino?

In molti casi il secondogenito piomba in casa quando ormai la crisi è quasi passata. Tanta fatica per superare i problemi dei primi anni, tra orari impossibili, carenza di sono, difficoltà a trovare uno spazio da dedicare alla vita di coppia che non fosse guardare mezz’ora di telefilm sul divano per crollare sfiniti alle dieci di sera. E proprio quando si tira un sospiro di sollievo e si dice a sé stessi che si è usciti dal tunnel ecco che arriva come un tornado un secondo bebè, con il suo carico di notti insonni, pannolini e richiesta di energie.


lunedì 11 gennaio 2016

BENVENUTI nel nuovo BLOG del GRUPPO di AUTO AIUTO - DEPRESSIONE in GRAVIDANZA e nel POST PARTUM


BENVENUTI Mamme e Papà nonchè Nonne e Nonni!

Visto che non tutti possiedono un account facebook ho deciso con le mie collaboratrici (le Mamy Angels) di aprire questo blog che andremo a popolare con le informazioni più importanti per quanto concerne tutte le tematiche della Depressione in  Gravidanza e nel post Partum

Con l'occasione vi segnaliamo che a Padova si terrà un ciclo di conferenze ed incontri gratuiti a cura delle associazioni dei familiari per la salute mentale di Padova e provincia a Titolo : 

IL PERCORSO della VITA e la SALUTE PSICO-FISICA

In particolare in

DATA: Venerdì 22 gennaio 2016 alle ore 18

PRESSO: Patronato di Sacra Famiglia – via Aosta n 6 – Padova

si terrà l'incontro dal Titolo:

LA PREVENZIONE DELLA DEPRESSIONE  POST- PARTO - Prevenzione e cura nell’esperienza degli Ospedali di  Camposampiero e Cittadella 

Interverranno:
1-  il dottor Lodovico Cappellari – Direttore del DSM della AULSS 15 Alta Padovana
2-  la Dr.ssa Rossana Riolo – Responsabile del  progetto “Mamme senza depressione”
(http://www.ulss15.pd.it/nqcontent.cfm?a_id=437)

Vi attendiamo Numerosi!

Un caro saluto,
Raffaella e le Mamy Angels