martedì 29 agosto 2017

Non esiste la madre perfetta, ma si può essere una buona madre

Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.
Madre Teresa di Calcutta


A volte è davvero difficile diventare madre”.
Sì, ne vale la pena. Sì, è l’esperienza più importante che una donna può arrivare a vivere. Sì, niente vi segna di più che il momento in cui sosterrete finalmente tra le vostre braccia il figlio che è appena uscito da voi, deliziosamente sporco, umido, caldo, che vi guarda negli occhi come per dire: ti conosco.
Tuttavia, è difficile. E non solo perché non si dorme più, per il travaglio, per le cure di cui ha bisogno un neonato (così piccolo e così intelligente), né per il mix di ormoni che vi lascerà totalmente in subbuglio per diverse settimane dopo il parto.
Non dipende nemmeno dalla mancanza di esperienza e dall’incertezza su come lo stiate crescendo, né i dubbi e i commenti dei familiari, buoni sì, ma che non fanno altro che aumentare la vostra insicurezza e le vostre paure.
E’ molto più di questo. E’ la rottura con la propria identità, con quello che fino a quel momento vi aveva definite: i vostri progetti, le vostre ambizioni, il vostro lavoro, i vostri amici, il vostro corpo e tutto ciò che dicevate vostro. Il vostro tempo, la vostra vita
continua su:
https://lamenteemeravigliosa.it/non-esiste-la-madre-perfetta-ma-si-puo-essere-una-buona-madre/

lunedì 28 agosto 2017

Depressione e Ansia in gravidanza - una testimonianza

Depressione e Ansia in gravidanza - una testimonianza

Ciao a tutte!
Il mio bambino è nato il 17 maggio. Ho assunto antidepressivi ed ansiolitici per tutta la gravidanza, in dosi minime naturalmente. Vi assicuro, non è stata una passeggiata perchè nonostante i farmaci ho sofferto di terribili attacchi di panico e sono stata malissimo. Volevo dire a tutte quelle che soffrono di ansia e/o depressione di non rinunciare ma di farsi seguire da un bravo psichiatra o neurologo. La depressione è una malattia e va curata. Se volete informazioni sono a vostra disposizione.

http://gravidanza.alfemminile.com/forum/gravidanza-e-antidepressivi-fd4741553

martedì 20 giugno 2017

I Gruppi di Auto Aiuto: la loro Utilità

 GRUPPI DI AUTO - AIUTO: DOVE, COME E PERCHE’
Cosa sono, perché e come possono essere utili, a chi, come organizzarli:
qualche linea guida di base
I gruppi di auto - aiuto sono dei piccoli gruppi di persone che condividono la stessa situazione di vita o le stesse difficoltà. Si costituiscono volontariamente per cercare di soddisfare un bisogno, superare un problema, ottenere un cambiamento in maniera reciproca.
Non si utilizzano operatori professionali, se non per un ruolo definito e mai centrale, poiché la caratteristica dell’autonomia è fondamentale in un gruppo di supporto.
"L’intento comune di tutti i gruppi di auto - aiuto è quello di trasformare coloro che domandano aiuto in persone in grado di fornirlo" (Martini, Sequi, 1988 ), aumentando la padronanza e il controllo sui problemi, in una parola, l ’ auto – efficacia dei partecipanti.


Ecco quattro buoni motivi per costituire un gruppo di auto - aiuto:

Per un supporto emotivo

Per un sostegno informativo

Per un aiuto materiale
Per un’azione politico – sociale a difesa dei propri diritti.
Ci sono diversi tipi di gruppi di auto - aiuto: quelli formati da persone che condividono un handicap o una malattia cronica, quelli costituiti da persone che vogliono cambiare una abitudine, un comportamento (ad esempio gli Alcolisti Anonimi), quelli organizzati da familiari di persone con gravi problemi, gruppi di persone che attraversano un periodo di crisi (un lutto, una separazione), o un periodo positivo ma che cambia radicalmente le loro vite (es. nascita di un figlio),o infine, persone che devono affrontare una situazione o un cambiamento che influisce sulle loro identità (es. al menopausa, il pensionamento).
Nei gruppi di auto - aiuto le persone escono dal ruolo di consumatori, da una situazione di passività e diventano protagoniste, spesso dopo aver affrontato situazioni di grave disagio a cui i sistemi socio sanitari e politici non sono riusciti a dare una risposta sufficientemente rassicurante e adeguata, o magari non l’hanno data affatto. Conoscere persone che hanno attraversato o stanno attraversando le stesse difficoltà, fa sentire meno soli e aiuta a capire che sentimenti e reazioni che sembrano "cattivi" o "folli ", non sono affatto tali. Inoltre incontrare persone che hanno superato gli stessi problemi, o hanno trovato modi ottimali per affrontarli e gestirli può regalare speranza e ottimismo. Una delle funzioni dei gruppi di auto aiuto è proprio quella di "insegnare" ai membri strategie di fronteggiamento dello stress, per affrontarne nel miglior modo possibile le cause e le emozioni correlate.
Si acquisiscono le competenze per avere il maggior controllo possibile sul problema, invece di esserne controllati.
L’accento sulla parità dei membri rende tutti ugualmente responsabili dei risultati raggiunti e dei servizi forniti. Il clima è spontaneo ed informale, e il fatto di dare aiuto, oltre che riceverlo, aiuta a liberarsi dal senso di impotenza e di sfiducia in se stessi che spesso si prova in queste situazioni.
In particolare nei gruppi di auto – aiuto formati da persone che condividono una malattia cronica, i componenti non si sentono più compatiti per la loro situazione, riescono ad "abbassare" le difese e ad esprimere non solo sentimenti di rabbia, di tristezza, ma anche orgoglio per essere riusciti a dare un senso alla propria vita nonostante il peso più difficile che portano con sé.
Aiutare gli altri accresce la propria autostima, aumenta il livello di competenza interpersonale. La persona nota che riesce ad ottenere un equilibrio tra il dare e l’avere, e riproponendole ad altri, consolida quelle strategie di cambiamento che ha acquisito a sua volta.
Questo è particolarmente importante per coloro che sono a volte costretti ad essere aiutati e a dipendere da altri, che così traggono fierezza, soddisfazione nel sostenere a loro volta altre persone, nel vedere che può anche dipendere da loro, sperimentando l’interdipendenza reciproca.

Per i familiari di persone affette da una malattia cronica, il gruppo offre vari tipi di sostegno, che aiutano ad alleviare lo stress, o a chiarire dubbi e paure. Si va quindi dallo scambio di informazioni, all’ascolto e al supporto emotivo nei momenti di stanchezza e depressione, ma anche l’aiuto materiale, come ad esempio sostituzioni nel prendersi cura dell’ammalato e potersi così permettere una "vacanza dal problema" importanti per evitare di accumulare troppo stress. Questi gruppi si mobilitano anche per ottenere prestazioni che migliorino la qualità della vita dei loro cari.

martedì 30 maggio 2017

Incinta e depressa? cosa fare?

Il rapporto di una madre con il suo bambino non ancora nato è paradossale. Due corpi in uno, uno dentro l’altro. Un rapporto simbiotico con la madre come la forza vitale per il bambino.
Volenti o nolenti, la madre è in una unione con un altro essere, che si nutre letteralmente su di lei. Si tratta di un momento di cambiamento, spirituale e fisico.
Il corpo della madre non sarà mai più lo stesso di prima. Né la sua mente. Il “filo d’argento” che la lega al suo bambino non sarà mai reciso.
Questo è un momento in cui realtà e fantasia giocano insieme. Mentre il corpo della donna cambia per accogliere la nuova vita, si immagina il bambino che si porta in sé. Quando nasce, il figlio reale deve cedere il posto al bambino di fantasia.
Cambiamenti reali e simbolici
Le circostanze del concepimento, naturalmente, svolgono un ruolo importante nel modo in cui la donna gode della sua gravidanza. Può essere una sorpresa, o essere la realizzazione di un sogno d’infanzia. Si può sentire come un’invasione del suo essere, o come un dono meraviglioso che riempie un vuoto doloroso.

giovedì 25 maggio 2017

Mamme Sottosopra è arrivato anche in Amazon



Finalmente il libro Testimonianza sulla Depressione in Gravidanza e nel Post Partum sarà presente Amazon :

Una descrizione più estesa è disponibile in:


Buona lettura a tutte!
Raffaella e tutto il team di Progetto Ilizia

Mamme sottosopra: la gravidanza non è un pranzo di gala

Parlare di depressione durante e dopo la gestazione è ancora un tabù, invece c’è bisogno di affrontare il tema in modo consapevole: il primo nemico è l’isolamento.




Settimo mese. Luglio. Caldo. Afa. La pancia che diventa sempre più ingombrante e io che vorrei strapparmi via non solo i vestiti, ma pure questo alieno che sta piano piano occupando tutto il corpo. Attacchi di panico. Corse in ospedale. Vi prego, ricoveratemi”. Non c’è nulla di più lontano dalla drammatica richiesta di Anna che […] (estratto da Mamme Sottosopra - Testimonianze di Vittoria nella Depressione in Gravidanza e nel Post Partum)

di Elisabetta Ambrosi

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Elisabetta Ambrosi

Giornalista

Giornalista professionista e scrittrice, vivo a Roma. Nata con un dna liberale, cresciuta in un paese catto-comunista, allevata tra ostie consacrate, balli neocatecumenali e canti scout. A venti studiavo Kant sopra la cyclette e iniziavo un’analisi freudiana, a trenta scrivevo un libro contro gli psicoanalisti e mi ricordavo di avere un corpo. Il mio motto? Prendere sempre le cose sul serio, senza mai prendersi sul serio.
Oggi scrivo soprattutto per “Il Fatto” (su cui curo, con Lia Celi, lo spazio “Le Fattucchiere” sul Fatto del lunedì), ma anche per Vanity Fair.it, dove ho il blog Sexand(the)Stress e per D.Repubblica.it. Mi occupo di cultura, editoria, tv, lavoro e temi sociali, bioetica, questioni di genere, infanzia e qualche volta politica.
I miei libri: Non è un paese per giovani.L’anomalia italiana: una generazione senza voce (con A. Rosina, Marsilio editore), Inconscio Ladro. Malefatte degli psicoanalisti (La Lepre editore), Chi ha paura di Nichi Vendola? Le parole di un leader che appassiona e divide l’Italia (Marsilio editore), Mamma a modo mio. Guida pratica ed emotiva per neomamme fuori dal coro (Urra-Feltrinelli editore), Sos.Tata. Nuovi consigli, regole e ricette per crescere ed educare bambini consapevoli e felici (Feltrinelli editore), Guerriere. La resistenza delle nuove mamme italiane (Chiare Lettere editore).
Per conoscermi meglio:
www.elisabettaambrosi.com
Per scrivermi:
elisabetta.ambrosi@gmail.com
@bethambrosi

martedì 16 maggio 2017

Che cosa fare quando l'attesa non è abbastanza dolce

Esiste anche una depressione pre-parto, da affrontare senza pregiudizi: ridurre lo stress materno fa bene al nascituro


MILANO - Che esista la depressione post partum è noto, ma che depressione, ansia e stress possano colpire, e duramente, in gravidanza, in quella che definiamo "dolce attesa", è più inaspettato. E come queste patologie ricadono sul bambino già nato, così ricadono sul bambino che ancora deve nascere. «Dobbiamo riflettere su questi temi non per fare del terrorismo, né, tanto meno, per incolpare le donne, bensì per capire che questi disturbi non vanno sottovalutati, all’insegna del "tanto passerà", ma curati. E curarli è possibile anche in gravidanza — chiarisce Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano —. Le donne che nel periodo prenatale hanno un assetto psicologico alterato hanno più probabilità di aumentare, anziché di diminuire, le "dosi" di fumo, di nutrirsi male e, di conseguenza, di aumentare troppo, o troppo poco, di peso. Inoltre, stress e ansia durante l’attesa sono associati a un rischio dalle due, alle tre volte maggiore di sviluppare disturbi dell'umore nel periodo postnatale».

martedì 9 maggio 2017

I Bambini e le Paure : quanto e come i genitori le influenzano

La paura del buio è un fenomeno molto frequente nei bambini di età compresa tra i due e cinque anni. È infatti a partire da questa età, che i bambini sviluppano la consapevolezza del pericolo, che diventa così elemento della loro immaginazione.
La notte, caratterizzata dal buio e dal silenzio, diventa il momento più adatto per mettere in moto fantasie sui mostri ed esseri misteriosi. È molto facile quindi che la notte venga popolata da personaggi fantastici e pericolosi, che spesso sono l’elaborazione di una paura provata realmente, di un’ esperienza che può aver impressionato. La paura del buio e dei mostri è tipica di tutti i bambini. Nel buio infatti tutto può accadere, a loro insaputa, perché non sono in grado di vedere e distinguere bene le cose; nei mostri e nel buio, i bimbi catalizzano e concentrano tutte le loro paure: soprattutto quelle di essere aggrediti e di non essere all’altezza di difendersi, di essere abbandonati dai loro genitori nel momento del bisogno.


mercoledì 8 febbraio 2017

Cosa succede in famiglia quando la mamma in attesa o la neomamma cade in depressione.

Quando la mamma in attesa o la neomamma cadono in depressione, per motivi che vanno dal puro sbalzo ormonale alla rivoluzione perpetrata dal subconscio che esplode portando in superficie tutti i traumi latenti, la famiglia neo costituita e quella d'origine vengono profondamente toccate.
Questo è normale ma quello che invece fa ancor più male alla donna in depressione è la falsa convinzione dei familiari che:
1- sia solo questione di volontà uscire dalla stato depressivo
2- i farmaci siano vietati in graviddanza e nel post partum e che addirittura possano fare male al bambino
3- loro non possono farci nulla

La buona nuova che porto oggi è che le famiglie possono invece fare tantissimo e fanno la differenza:avendo la lucidità per affrontare la questione, invece di negarla, possono effettivamente risolverla, ovviamente con il placet della persona malata. 

Cosa possono fare? 
Innanzitutto prendere atto che la Depressione in Gravidanza e nel Post Partum E' UNA MALATTIA SERIA, che non va sottovalutata. Quindi, come per ogni malattia, ci si DEVE rivolgere agli specialisti di riferimento: lo psicoterapeuta e lo psichiatra. 
Se li chiamiamo cosa accade? Che avremo la possibilità di curare la mamma in tempi rapidi, migliorando la sua vita nel giro di pochi mesi e assicurando alla mamma l'opportunità di seguire il proprio bimbo, di affrontare con serenità il parto e le responsabilità di gestione della nuova vita.

Se invece le famiglie NEGANO la MALATTIA, questa può solo degenerare, portando anche ad atti violenti delle mamme contro se stesse

Vorrei chiarire che le mamme depresse NON SONO MAI VIOLENTE COI BIMBI, al massimo verso se stesse. Quando si sente dai media di qualche atto violento perpetrato contro i figli, si ha a che fare con mamme psicotiche, ben diverse dalle mamme depresse.

Quindi cari familiari, state attenti ai campanelli d'allarme lanciati dalle mamme perché prima le aiutate prima loro guariranno e la famiglia con esse ritroverà serenità e forza!

Per saperne di più sulle attività d'aiuto in ambito nazionale e nel proprio territorio consultate la seguente pagina:

http://www.progettoilizia.it/numeri-d-emergenza

Non ci credete e vorreste delle testimonianze: ebbene chiedeteci il libro che abbiamo pubblicato, "Mamme  Sottosopra" (http://www.progettoilizia.it/single-post/2016/12/02/In-vendita-a-Met%C3%A0-Gennaio-il-Libro-MAMME-SOTTOSOPRA) dove troverete ben 15 storie di vittoria sulla depressione, in gravidanza e nel post partum. Per averlo chiediamo solo una piccola donazione, a copertura delle spese di spedizione.



Quindi vi lascio con la seguente parola d'ordine: INFORMAZIONE!

Perchè solo la corretta informazione può portare le mamme ad una pronta guarigione.

Raffaella e tutto il team del Gruppo di Auto Aiuto

giovedì 2 febbraio 2017

Sfatiamo i pregiudizi sull'uso degli psicofarmaci

Lo stereotipo che lo psichiatra cura i matti e li intontisce è ancora molto diffuso. Purtroppo. Purtroppo perché lo psichiatra in caso di specifici disturbi potrà darvi una cura che vi può migliorare la qualità della vita in momenti difficili, in cui la vostra forza di volontà a poco a che fare con lo star meglio.

I primi psicofarmaci scoperti subito dopo la seconda metà del Novecento si rivelarono particolarmente utili nel trattamento di numerosi disturbi mentali, ma avevano lo svantaggio di avere molti effetti collaterali di cui soffrivano in primis i pazienti e di cui anche i parenti si rendevano conto immediatamente, guardando i propri cari costretti a movimenti non più liberi, ma rigidi e rallentati, per esempio.  Questo fa si, che ancora oggi la memoria storica della popolazione sia influenzata, e sia ostile e non si fidi della figura dello psichiatra o degli psicofarmaci. Spesso mi chiedo se chi soffre di cuore si rivolga ad un cardiologo, medico specializzato, e se si rifiuti categoricamente di prendere la cura prescritta.

Il timore della DIPENDENZA è molto diffuso, questo preconcetto è dettato dal fatto che, a livello di  immaginario collettivo, vi è una associazione tra psicofarmaci e sostanze stupefacenti. In realtà è scientificamente dimostrato che gli antidepressivi  non danno dipendenza e che la loro sospensione, graduale e controllata,  non determina nessuna sindrome da astinenza. Qquesta è sicuramente una paura ampiamente diffusa, che spesso pregiudica la decisione di iniziare un trattamento adeguato anche quando, invece, potrebbe rivelarsi utile, per esempio, di fronte a una sintomatologia depressiva.
E’ bene sottolineare che, a dispetto delle nostre fantasie e credenze, gli unici farmaci che possono dare dipendenza, se usati male o troppo a lungo, sono le benzodiazepine, mentre gli antidepressivi, i neurolettici e gli stabilizzatori dell’umore non danno MAI dipendenza.  Per questo è molto importante che la terapia farmacologica sia seguita da uno specialista e che non sia sospesa o iniziata liberamente dal soggetto.
farmaci
Gli psicofarmaci, sono un utile, possibile strumento terapeutico da utilizzare  per attenuare o a far scomparire del tutto determinati sintomi, quando questi, magari particolarmente intensi o comunque “scomodi” (vedi l’insonnia) procurino particolare disagio in alcune aree della propria vita o un certo grado di sofferenza generale. L’effetto dato dai farmaci produce anche un miglioramento dei vissuti emotivi della persona (vedi un aumento del tono dell’umore e dell’energia psicofisica nel caso della depressione), e non una modificazione caratteriale o temperamentale.
Infine, un trattamento con farmaci non preclude affatto dall’intraprendere un percorso di psicoterapia quando ci sia bisogno e vi siano le indicazioni. In alcuni casi, infatti, una terapia combinata dà frutti migliori, più solidi e duraturi nel tempo che la sola assunzione di psicofarmaci
fonte:

martedì 31 gennaio 2017

Gravidanza Felice in Depressione si puo'

L’associazione Gravidanza Felice ha carattere volontario e non ha scopo di lucro. La sua struttura è democratica. I soci sono tenuti ad un comportamento corretto sia nelle relazioni interne e sia con terzi nonché all’accettazione del presente statuto. L’associazione potrà partecipare quale socio ad altri circoli e/o associazioni aventi scopi analoghi.
Scopo dell’associazione
 L’associazione ha lo scopo di far conoscere e finanziare il Servizio gratuito di consulenza medica sui fattori di rischio riproduttivo, denominato “Telefono Rosso”, del  Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma, il quale è in grado di fornire informazioni precise e corrette alle gestanti e di chiarire loro dubbi e paure, qualora temano un rischio di complicazioni e malformazioni per il feto per assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzati ed agenti chimici, per indagini diagnostiche, malattie materne e per altri problemi della gravidanza. L’associazione non persegue scopi di lucro e contempla espressamente il divieto di distribuzione di utili, fondi, riserve di capitale, neanche in modo indiretto, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge.


Obiettivi



L’associazione si propone di permettere:
  •  a tutte le donne preoccupate ed angosciate al pensiero che il figlio possa nascere malformato, perché hanno assunto, magari senza sapere di  essere incinte, dei farmaci sconsigliati in gravidanza, sono state esposte a radiazioni ionizzanti ed agenti chimici, hanno un’infezione o una malattia cronica o per altri problemi della gravidanza;
  • a quelle che intendono programmare una gravidanza;
  • a quelle in allattamento, qualora si renda necessario per loro l’assunzione di un farmaco;
  • ai partner e familiari;
  • al personale sanitario o parasanitario;
  • a tutti gli interessati ad avere informazioni precise e corrette sui fattori di rischio riproduttivo;
di accedere con facilità alla consulenza medica altamente specialistica offerta dal Telefono Rosso, riducendo fino ad eliminare i tempi di attesa, dovuti alla difficoltà di prendere la linea.


L’associazione si propone inoltre di mettere in condizione il Telefono Rosso di eseguire tutti i follow up che ritiene utili, fondamentali nell’acquisire gli esiti delle  gravidanze dopo la consulenza, al fine anche di produrre casistiche sempre più numerose e controllate, che rappresentano per i medici una preziosa forma d’informazione, nonché di aggiornamento nell’ambito della scelta di terapie farmacologiche da effettuarsi in gravidanza.


venerdì 27 gennaio 2017

DEPRESSIONE IN GRAVIDANZA e nel POST PARTUM: MODELLO ORGANIZZATIVO IN AMBITO CLINICO, ASSISTENZIALE E RIABILITATIVO

DEPRESSIONE IN GRAVIDANZA e nel POST PARTUM: MODELLO ORGANIZZATIVO IN AMBITO CLINICO, ASSISTENZIALE E RIABILITATIVO
Salute mentale:Depressione perinatale
Tag progetto: DEPRESSIONE PERINATALE LOMBARDIA


La gravidanza, il parto e il puerperio rappresentano fattori di alto rischio per l’insorgenza di disturbi affettivi, come evidenziato da numerosi studi scientifici. Non si dispone di dati epidemiologici italiani aggiornati sul fenomeno, ma si stima che nel nostro paese siano oltre 90.000 le donne che soffrono di disturbi depressivi e di ansia nel periodo perinatale, che comprende la gravidanza, il puerperio e i dodici mesi successivi al parto. A esserne colpite sono circa il 16% delle donne nel periodo della maternità, con percentuali dal 10-16 al 14-23% in gravidanza e dal 10-15 al 20-40% nel post partum. Si tratta di stime molto approssimative, poiché i sintomi sono frequentemente sottovalutati sia dalle pazienti sia dai clinici e solo in circa la metà dei casi viene riconosciuto il disturbo e data risposta adeguata.



Per offrire supporto alle donne in una fase tanto delicata, è nato questo progetto di ricerca indipendente finanziato dalla Regione Lombardia e svolto dall’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, in collaborazione con Onda e con la partecipazione dell’Associazione Progetto Itaca.

Attività realizzate nell’ambito del progetto
Indagine conoscitiva per esplorare grado di conoscenza, percezione e vissuto relativi a questa problematica da parte di donne e uomini lombardi.
Attività di comunicazione (conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’indagine, realizzazione video e materiali divulgativi) per sensibilizzare e creare consapevolezza sulla tematica.


Tavolo tecnico per la realizzazione di un documento condiviso di Good clinical practice per operatori sanitari per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della psicopatologia perinatale.


Continua a leggere alla pagina:
http://www.ondaosservatorio.it/progetti-onda/depressione-in-gravidanza-nel-post-partum-modello-organizzativo-in-ambito-clinico-assistenziale-riabilitativo/

mercoledì 18 gennaio 2017

Una riflessione sulle richieste d'Aiuto


Oggi vorrei condividere con voi un pensiero: come mai ci sono tante mame sofferenti ma quando si apre uno sportello per un ascolto diretto non si presenta nessuna mentre via web si? Quando noi del Gruppo di Auto Aiuto abbiamo aperto due sportelli di ascolto a Padova, dove l'associazione ha sede, eravamo piene di entusiasmo e desiderio di dare un aiuto più concreto, più diretto ed un abbraccio vero. Invece è arrivata l'amara delusione:nessuna mamma è venuta, solo specialiste desiderose di aiutarci. Perchè c'e ancora tanta omertà nel cercare aiuto diretto e non telematico? Ve lo chiedo perchè il sospetto è che sia fin troppo semplice mascherarsi dietro al web o whatsapp per dimostrare una sofferenza ma non c'e' la volontà concreta di prendere in mano il problema. Molto spesso le mamme prima chiedono aiuto e informazione e poi spariscono ... Sono qui per dirvi che CURARSI SI PUO' e SI DEVE per noi stesse e quindi i nostri bimbi ed i nostri familiari. Ma la decisione ultima spetta a noi:meglio rimanere dietro il muro del WEB o affrontare la REALTA' che non è così terrificante? Il cammino è difficile, talvolta incerto MA LA STRADA PER USCIRE DAL TUNNEL ESISTE ed E' CONSOLIDATA: basta uscire allo scoperto! Perchè ancora tanata vergogna? La Depressione in Gravidanza e nel Post Partum è una patologia oramai riconosciuta da tutto il mondo medico scientifico al pari del Diabete Gestazionale, dell'Ipertensione e tante altre patologie. Basta con le solite etichettte che la mamma depressa deve solo darsi una scossa, NON E' VERO: ha bisogno di un aiuto psicologico e farmacologico concreto ed immediato. Si immediato perchè prima la gestante o la mamma ci sura davvero, PRIMA GUARISCE e con lei esce dal dramma TUTTA LA FAMIGLIA. AIUTATEVI a CURARVI.

martedì 10 gennaio 2017

Non sottovalutate la depressione in gravidanza!

Carissime mamme in attesa, ero un po indecisa su dove lasciare questo mio post, in quanto vorrei che fosse di aiuto, ma non vorrei spaventare nessuna di voi...
Scrivo la mia esperienza perché ho avuto modo di leggere vari post di mamme in gravidanza, preoccupate per un senso di oppressione, di ansia, di tristezza che si sono sentite improvvisamente piombare addosso, nonostante la gravidanza sia stata desiderata e nonostante stia procedendo nel migliore dei modi.



Capita inoltre che, accennando a qualcuno la tristezza che ci assale e che magari ci fa piangere spesso, ci si senta dire: Come fai ad essere triste in un momento così bello della tua vita? Saranno gli ormoni Devi sorridere Altrimenti il tuo bambino ne risente
Il problema è che tu non senti più voglia di sorridere, solo di piangere e, man mano che i giorni passano, vorresti tornare indietro, annullare tutto, svegliarti da un sogno e non essere più in gravidanza